
Tassa di soggiorno a Savona: perchè i turisti devono pagare i debiti del Comune?
Tag:Alberghi, Anno 2015, Anno 2016, Arrivi e Presenze, Associazione Italiana Confindustria Alberghi, Assoturismo Confesercenti, Comune di Savona, Costi e Ricavi, Economia, Faita Confcommercio, Federalberghi Confcommercio, Impresa, Italia, Lavoro, Liguria, Local tax, Marketing, Marketing strategico, Marketing turistico, Pianeta Turismo, Politiche Turistiche, Provincia di Savona, Soggiorno, Strutture alberghiere, Strutture extralberghiere, Strutture ricettive, Tassa di Soggiorno, Turismo internazionale, Turismo nazionale, Turismo over 50, Turismo straniero, Unione Albergatori Provincia di Savona, Upa Savona, VacanzaIeri pomeriggio durante una seduta, dai toni surreali, del Consiglio Comunale di Savona si è affermato un principio di politica economica, a mio parere, assurdo e del tutto insensato.
Il principio è che per sostenere lo sviluppo di un sistema economico produttivo di servizi (il turismo) sia non solo giusto ma necessario tassare in modo indiretto e forfettario i consumatori di quei servizi (il turista).
Chiarito che la tassa di soggiorno non la pagano gli albergatori ma i loro ospiti, avendo gli albergatori esclusivamente il ruolo di agire da esattori in nome e per conto del Comune, il problema derivante da quest’affermazione non è di “portafoglio della categoria” ma di approccio alla gestione di un’economia vitale per la nostra provincia.
I turisti, come tutti i consumatori, già pagano una tassa indiretta sui servizi che acquistano durante la loro vacanza: l’IVA che vale il 10% per i servizi alberghieri (peraltro in Spagna e in Francia l’aliquota è quasi la metà di quella italiana) e il 22% per tutti gli altri; per non parlare di tutte le tariffe dovute per parcheggi, autostrade, accise regionali sulla benzina, ecc.
A questo si aggiunge che le imprese ricettive sono assoggettate ad oltre 40 tra imposte, tasse, tariffe e oneri dovuti allo Stato e agli Enti Locali con un carico di costi che supera il 70% del fatturato attivo.
Mi pare che di tasse e di pressione fiscale in Italia c’è ne sia già abbastanza senza la necessità d’inventarne di nuove! Qualcuno obbietterà che IVA e altre tasse vanno allo Stato e non ai Comuni, allora visto che esiste un problema di distribuzione delle risorse che cosa facciamo? Semplice introduciamo nuove tasse!
Che cosa ci dobbiamo aspettare, vista la competenza delle Regioni in materia di turismo e il fatto che la tassa la incassino solo i Comuni, un’addizionale regionale all’imposta di soggiorno comunale?
E se questo è il principio a quando per sostenere il sistema bancario una tassa sullo sportello di 1 euro ogni volta che ci si reca in banca? O per aiutare i negozi di vicinato dei centri storici la tassa sulla spesa di 1 euro ogni volta che ci si reca in un negozio a far la spesa?
A parte le provocazioni, il turismo come tutti gli altri sistemi economici dovrebbe avere, se non sbaglio, bisogno d’interventi per la crescita e lo sviluppo e non di nuove tasse sui turisti presentate come una grande opportunità, le opportunità si costruiscono con la capacità di utilizzare tutto quello, e non è poco, che gli italiani già pagano per la gestione del bene comune.