
Condhotel: via libera della Corte dei Conti al regolamento
Tag:Alberghi, Condhotel, Corte dei Conti, Dario Franceschini, Economia, Formazione, Gazzetta Ufficiale, Impresa, Italia, Lavoro, Liguria, Mibact, Ministro Franceschini, Pianeta Turismo, Promozione turistica, Provincia di Savona, Strutture alberghiere, Strutture extralberghiere, Strutture ricettive, Turismo, Turismo internazionale, Turismo nazionale, Unione Albergatori Provincia di Savona, Upa SavonaIl regolamento del MIBACT sui Condhotel, che il 27 febbraio ha avuto il via libera definitivo da parte della Corte dei Conti e che sarà a breve pubblicato in Gazzetta ufficiale, definisce le condizioni di esercizio dei Condhotel valide per l’intero territorio nazionale e stabilisce che negli alberghi la percentuale massima della superficie delle unità abitative che potranno essere vendute a privati per uso residenziale non potrà essere superiore al 40% del totale della superficie netta destinata alle camere.
Si tratta di un provvedimento innovativo che contribuirà a diversificare e a migliorare la qualità dell’offerta turistica nazionale, incentivando gli investimenti di riqualificazione delle strutture alberghiere.
Un importante segnale di attenzione nei confronti di un settore strategico per il nostro Paese, ma anche un modo per renderci maggiormente competitivi, aumentando e diversificando l’offerta turistica a favore dei territori.
I Condhotel, che da anni sono già disponibili presso i nostri competitor europei, rappresentano un’importante opportunità di sviluppo per il settore ricettivo
Si tratta di un esercizio alberghiero aperto al pubblico, a gestione unitaria, composto da una o più unità immobiliari ubicate nello stesso comune o da parti di esse, che forniscono alloggio, servizi accessori ed eventualmente vitto, in camere destinate alla ricettività e, in forma integrata e complementare, in unità abitative a destinazione residenziale, dotate di servizio autonomo di cucina, la cui superficie complessiva non può superare la percentuale del 40 per cento della superficie destinata alle camere.
Nei Condhotel deve essere prevista una portineria unica per tutti coloro che usufruiscono della struttura, sia come ospiti dell’esercizio alberghiero che di proprietari delle unità abitative ad uso residenziale, con la possibilità di prevedere un ingresso specifico e separato ad uso esclusivo di dipendenti e fornitori.
La gestione dei servizi e delle camere deve essere unitaria ed integrata e l’esercizio alberghiero deve ottenere una classificazione minima di 3 stelle.
Mibact Condhotel | Maggiori informazioni
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Tax Credit Riqualificazione: click day, termini, tempi e modalità per la presentazione delle nuove domande
Tag:Agevolazioni fiscali, Alberghi, Anno 2017, Anno 2018, Art Bonus, Click day, Dario Franceschini, Economia, Fondi, Governo, Impresa, Liguria, Made in Italy, Marketing strategico, Marketing turistico, Ministro Franceschini, Pianeta Turismo, Provincia di Savona, Riqualificazione, Strutture ricettive, Tax Credit, Turismo, Turismo 2.0, Unione Albergatori Provincia di SavonaLa Tax Credit Riqualificazione individua le necessarie disposizioni applicative per l’attribuzione del credito di imposta con riferimento in particolare:
- alle tipologie di strutture ricettive ammesse al credito d’imposta, alle tipologie di interventi ammessi al beneficio, alle soglie massime di spesa eleggibile, nonché ai criteri di verifica e accertamento dell’effettività delle spese sostenute;
- alle procedure per l’ammissione delle spese al credito d’imposta, e per il suo riconoscimento e utilizzo;
- alle procedure di recupero nei casi di utilizzo illegittimo del credito d’imposta medesimo;
- alle modalità per garantire il rispetto del limite massimo di spesa.
Tipologia delle strutture ricettive ammesse al riconoscimento del credito d’imposta:
- alberghi;
- villaggi albergo;
- residenze turistico-alberghiere;
- alberghi diffusi;
- agriturismi;
- nonché quelle strutture individuate come tali dalle specifiche normative regionali.
Sono considerate eleggibili, ove effettivamente sostenute, le spese per:
- in relazione a interventi di ristrutturazione edilizia:
1. servizi igienici e costruzione dei servizi igienici anche in ampliamento dei volumi di quelli esistenti;
2. demolizione e ricostruzione anche con modifica della sagoma ma nel rispetto della volumetria, con esclusione degli immobili soggetti a vincolo ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni, per i quali è necessario il rispetto sia del volume che della sagoma;
3. ripristino di edifici, o parti di essi, eventualmente crollati o demoliti, attraverso la loro ricostruzione, purché sia possibile accertarne la preesistente consistenza anche con modifica della sagoma; sono esclusi gli immobili soggetti a vincolo ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni, per i quali è necessario il rispetto sia del volume che della sagoma;
4. modifica dei prospetti dell’edificio, effettuata, tra l’altro, con apertura di nuove porte esterne e finestre, o sostituzione dei prospetti preesistenti con altri aventi caratteristiche diverse materiali, finiture e colori;
5. realizzazione di balconi e logge;
6. recupero dei locali sottotetto, trasformazione di balconi in veranda;
7. sostituzione di serramenti esterni, da intendersi come chiusure apribili e assimilabili, quali porte, finestre e vetrine anche se non apribili, comprensive degli infissi, con altri aventi le stesse caratteristiche e non ammissibili ad altre agevolazioni fiscali;
8. sostituzione di serramenti interni (porte interne) con altri aventi caratteristiche migliorative rispetto a quelle esistenti (in termini di sicurezza, isolamento acustico);
9. installazione di nuova pavimentazione o sostituzione della preesistente con modifica della superficie e dei materiali, privilegiando materiali sostenibili provenienti da fonti rinnovabili, tra i quali il legno, anche con riferimento ai pontili galleggianti;
10. installazione o sostituzione di impianti di comunicazione ed allarme in caso di emergenza e di impianti di prevenzione incendi ai sensi della vigente normativa.
- in relazione a interventi di eliminazione delle barriere architettoniche, le spese per interventi che possono essere realizzati sia sulle parti comuni che sulle unità immobiliari, quali:
1. sostituzione di finiture (pavimenti, porte, infissi esterni, terminali degli impianti), il rifacimento o l’adeguamento di impianti tecnologici (servizi igienici, impianti elettrici, citofonici, impianti di ascensori, domotica);
2. interventi di natura edilizia più rilevanti, quali il rifacimento di scale ed ascensori, l’inserimento di rampe interne ed esterne agli edifici e di servoscala o piattaforme elevatrici;
3. realizzazione ex novo di impianti sanitari (inclusa la rubinetteria) dedicati alle persone portatrici di handicap, così come la sostituzione di impianti sanitari esistenti con altri adeguati all’ospitalità delle persone portatrici di handicap;
4. sostituzione di serramenti interni (porte interne, anche di comunicazione) in concomitanza di interventi volti all’eliminazione delle barriere architettoniche;
5. installazione di sistemi domotici atti a controllare in remoto l’apertura e chiusura di infissi o schermature solari;
6. sistemi e tecnologie volte alla facilitazione della comunicazione ai fini dell’accessibilità.
- in relazione a interventi di incremento dell’efficienza energetica:
1. installazione di impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica;
2. installazione di schermature solari esterne mobili finalizzate alla riduzione dei consumi per condizionamento estivo;
3. coibentazione degli immobili ai fini della riduzione della dispersione termica;
4. installazione di pannelli solari termici per produzione di acqua;
5. la realizzazione di impianti elettrici, termici e idraulici finalizzati alla riduzione del consumo energetico (impianti di riscaldamento ad alta efficienza, sensori termici, illuminazioni led, attrezzature a classe energetica A, A+ , A++, A+++).
- in relazione a interventi inerenti l’adozione di misure antisismiche:
1. valutazione della classe di rischio;
2. progettazione degli interventi;
3. interventi di tipo locale;
4. interventi di miglioramento del comportamento sismico.
- in relazione all’acquisto di mobili e componenti d’arredo per:
1. l’acquisto, rifacimento o sostituzione di cucine o di attrezzature professionali per la ristorazione, quali, tra l’altro, apparecchiature varie di cottura, forni, armadi frigoriferi e congelatori, macchine per la preparazione dinamica, elementi per la preparazione statica, macchine per il lavaggio delle stoviglie, macchine per il lavaggio dei tessuti, abbattitori di temperatura, produttori di ghiaccio, con altri aventi caratteristiche migliorative rispetto a quelle esistenti, in termini di sicurezza, efficienza energetica, prestazioni;
2. acquisto di mobili e di complementi d’arredo da interno e da esterno, quali, tra gli altri, tavoli, scrivanie, sedute imbottite e non, altri manufatti imbottiti, mobili contenitori, letti e materassi, gazebo, pergole, ombrelloni, tende da sole, zanzariere;
3. acquisto di mobili fissi, quali, tra gli altri, arredi fissi per bagno, pareti e cabine doccia, cucine componibili, boiserie, pareti interne mobili, apparecchi di illuminazione;
4. acquisto di pavimentazioni di sicurezza, arredi e strumentazioni per la convegnistica, attrezzature per parchi giochi e attrezzature sportive pertinenziali;
5. arredi e strumentazioni per la realizzazione di centri benessere ubicati all’interno delle strutture ricettive.
L’istanza: va presentata esclusivamente online insieme all’attestazione di effettività delle spese sostenute, attraverso il Portale dei Procedimenti
La registrazione: il legale rappresentante dell’impresa non ancora iscritto deve registrarsi sul Portale dei Procedimenti
La compilazione: deve essere effettuata esclusivamente dalle ore 10:00 del 25 Gennaio – alle ore 16:00 del 19 febbraio 2018
Click day: le domande si possono inviare esclusivamente dalle ore 10:00 del 26 Febbraio – alle ore 16:00 del 27 Febbraio 2018
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2017 da record per i musei italiani
Tag:Alberghi, Anno 2017, Beni culturali, Campania, Colosseo, Comunicazione turistica, Cultura, Dario Franceschini, Economia, Enti Locali, Enti Pubblici, Forte di Santa Tecla, Galleria Nazionale Palazzo Spinola, Genova, Impresa, Lavoro, Lazio, Liguria, Marketing, Marketing strategico, Marketing turistico, Mibact, Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Ministro Franceschini, Musei, Musei internazionali, Musei italiani, Museo Archeologico Nazionale, Museo Preistorico Balzi Rossi, Ortonovo, Palazzo Reale, Patrimonio artistico, Patrimonio culturale, Piemonte, Polo museale Ligure, Portovenere, Promozione integrata, Promozione turistica, Provincia di Savona, Roma, Sanremo, Savona, Serena Bertolucci, Sistema museale, Strutture ricettive, Toscana, Turismo, Unione Albergatori Provincia di Savona, Upa Savona, Ventimiglia, Villa Romana del Varignano, Visitatori“I dati definitivi del 2017 segnano il nuovo record per i musei italiani: superata la soglia dei 50 milioni di visitatori ed incassi che sfiorano i 200 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2016 di circa 5 milioni di visitatori e di 20 milioni di euro”.
“Il bilancio della riforma dei musei – prosegue il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – è davvero eccezionale: dai 38 milioni del 2013 ai 50 milioni del 2017, i visitatori sono aumentati in quattro anni di circa 12 milioni (+31%) e gli incassi di circa 70 milioni di euro (+53%). Risorse preziose che contribuiscono alla tutela del nostro patrimonio e che tornano regolarmente nelle casse dei musei attraverso un sistema che premia le migliori gestioni e garantisce le piccole realtà con un fondo di perequazione nazionale. I musei e i siti archeologici italiani stanno vivendo un momento di rinnovata vitalità e al successo dei visitatori e degli incassi corrisponde una nuova centralità nella vita culturale nazionale, un rafforzamento della ricerca e della produzione scientifica e un ritrovato legame con le scuole e con i territori”
“Per il quarto anno consecutivo – sottolinea Franceschini – l’Italia viaggia in controtendenza rispetto al resto d’Europa con tassi di crescita a due cifre, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno che, anche nel 2017, hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione del trend nazionale. La Campania è ormai stabile al secondo posto della classifica delle regioni più virtuose: la rinascita di Pompei è stata sicuramente da traino ma sono state molto positive anche le altre esperienze delle gestioni autonome dalla Reggia di Caserta, al Museo archeologico Nazionale di Napoli, a Capodimonte, a Paestum”
“Nel 2017 – conclude Franceschini – tutti i musei hanno registrato significativi tassi di crescita, ma il patrimonio archeologico è stato il più visitato: circa un terzo dei visitatori si sono concentrati tra Pompei, Paestum, Colosseo, Fori, Ostia Antica, Ercolano, l’Appia antica e i grandi musei nazionali come Napoli, Taranto, Venezia e Reggio Calabria e il Museo nazionale romano”.
Sul podio delle regioni con il maggior numero di visitatori il Lazio (23.047.225), la Campania (8.782.715), la Toscana (7.042.018); i tassi di crescita dei visitatori più elevati sono stati registrati in Liguria (+26%), Puglia (+19,5%) e Friuli Venezia Giulia (15,4%).
Per quanto riguarda la Liguria, si è passati dai 203.262 visitatori del 2016 ai 255.958 nel 2017.
A Genova si sono registrati gli aumenti più evidenti. Palazzo Reale si attesta tra i cinque posti della cultura nazionale più visitati in Italia, con un più 14% di visitatori.
Tra i luoghi tradizionalmente meno visitati, due liguri occupano il secondo ed il terzo posto per incremento percentuale: il Forte di Santa Tecla a Sanremo è passato dai 17.464 visitatori del 2016 ai 48.565 del 2017 (+178%), mentre la Villa Romana del Varignano a Porto Venere è passata dai 1.489 visitatori del 2016 ai 3.470 del 2017 (+133%).
Per la direttrice del Polo museale Ligure Serena Bertolucci, questo risultato “è dovuto a una serie di lavori importanti per i luoghi della cultura a Genova e in Liguria: per prima cosa li abbiamo resi visibili con un’azione di riconoscimento e affermazione di apertura alla città e alla regione. Abbiamo voluto far capire ai genovesi e ai liguri, ma anche a chi viene a vedere il museo che il patrimonio è il loro. Svecchiamo l’idea del museo che conserva, il museo restituisce quello che conserva”.