
Il valore aggiunto del turismo in Liguria nel 2015
Tag:Alberghi, Anno 2015, Anno 2016, Arrivi e Presenze, Costi e Ricavi, Economia, Impresa, Italia, Lavoro, Liguria, Marketing, Marketing strategico, Marketing turistico, Osservatorio Turistico Regionale della Liguria, Pianeta Turismo, Politiche Turistiche, Prodotto Interno Lordo, Provincia di Savona, Soggiorno, Strutture alberghiere, Strutture extralberghiere, Strutture ricettive, Turismo internazionale, Turismo nazionale, Turismo over 50, Turismo straniero, Unione Albergatori Provincia di Savona, Upa Savona, Vacanza, Valore aggiunto del turismoL’Osservatorio Turistico della Liguria ha pubblicato la terza edizione dell’indagine “Il Valore Aggiunto del Turismo” che ha lo scopo di stimare l’impatto economico che il settore ha sulla regione in termini di produzione di beni e servizi, occupazione e forza lavoro e prodotto interno lordo.
Il principio su cui si basa l’analisi d’impatto risiede nell’esistenza di un legame tra gli afflussi di risorse economiche su un territorio (in questo caso la spesa dei turisti che visitano la Liguria) e gli effetti che essi determinano sul sistema produttivo locale e su quello extra-locale, effetti che non si esauriscono nella sola spesa effettuata dai turisti sul territorio.
L’analisi degli effetti sui vari settori produttivi, infatti, mette in luce la trasversalità del turismo come fenomeno economico, in grado di creare ricchezza sia direttamente con i turisti che effettuano spese propriamente turistiche (viaggio, alloggio e pacchetto turistico) o spese accessorie della vacanza (trasporti pubblici, taxi, parcheggi, ristoranti, pizzerie, bar, abbigliamento, etc.), sia indirettamente grazie alle interconnessioni produttive proprie del sistema economico, prima regionale e poi nazionale.
La spesa turistica introduce nuova ricchezza sul territorio, una parte della quale potrà a sua volta trasformarsi in ulteriore spesa, che si tradurrà in nuova ricchezza innescando un processo virtuoso i cui effetti moltiplicativi si estendono all’intero sistema economico e non solo al settore propriamente turistico.
Ad un primo stadio del processo di formazione della ricchezza, infatti, il turista in viaggio nella regione spende una quantità di denaro in servizi (alloggi, ristoranti, attività culturali, etc.) e beni (shopping, souvenir, ecc.). I fornitori di tali beni e servizi utilizzano i soldi ricevuti per pagare i propri fornitori, i salari ai dipendenti e per remunerare i capitali investiti, nonché per adempiere agli obblighi fiscali.
Una parte dei beni e servizi sono acquistati e prodotti all’interno della regione, altri provengono da altre regioni italiane o dall’estero.
Ad uno stadio successivo, ogni sub-fornitore deve acquistare beni e servizi necessari alla propria produzione, pagare i salari, remunerare i capitali e pagare le tasse; il processo si reitera così fino alla fine della catena produttiva.
In ogni fase di questo ciclo, i residenti vedranno incrementare il proprio reddito sotto forma di maggiori salari, profitti, interessi e dividendi (dalla remunerazione del lavoro e del capitale) che possono anch’essi essere spesi (o risparmiati) sul territorio sotto forma di ricchezza addizionale, così come le tasse pagate al sistema fiscale possono entrare di nuovo nel sistema economico della regione sotto forma di beni e servizi.
La spesa turistica ha quindi un effetto a catena che inizia dalla spesa effettuata dai visitatori, la quale genera entrate e dunque aumenti di ricavo per le imprese direttamente fornitrici dei beni e servizi acquistati dai turisti, passa attraverso la vendita di beni e servizi intermedi propagandosi all’intera economia locale e si conclude con l’aumento di reddito percepito dai residenti, che a sua volta darà un ulteriore impulso moltiplicativo al meccanismo di propagazione della spesa turistica.
Il circuito virtuoso si innesca anche al di fuori del territorio della regione poiché una parte dei beni e servizi vengono prodotti in altre regioni italiane o all’estero e, successivamente, importati sul territorio.
Il complesso degli effetti che la spesa turistica iniziale ha sul territorio di soggiorno può essere suddiviso in tre componenti:
- effetti diretti: è l’impatto derivante direttamente dalla spesa effettuata dai turisti, genera un aumento dei ricavi delle imprese che offrono beni e servizi ai turisti, al netto delle importazioni da altri territori;
- effetti indiretti: è l’impatto delle spese effettuate dalle imprese che forniscono i beni ed i servizi intermedi (acquisto di beni e servizi, salari, dividendi, tasse), con effetti, anche in questo caso, sui sistemi economici dentro e fuori la regione;
- effetti indotti: è l’impatto dovuto all’incremento di reddito dei residenti, di cui una parte verrà spesa nell’economia locale.
Sono oltre 72 milioni le presenze turistiche stimate in Liguria nel 2015, considerando sia coloro che alloggiano in strutture ricettive che i vacanzieri del circuito delle abitazioni private (che rappresentano l’80% del totale fra seconde case, residenze di amici e parenti, alloggi in affitto).
Le spese sostenute nel corso della vacanza da questi turisti sono stimate in 5 miliardi e 316,8 milioni di euro, spese che hanno attivato una produzione di beni e servizi sul territorio della regione pari a 6 miliardi e 337 milioni di euro.
Questa produzione a sua volta attiva un Prodotto Interno Lordo pari a 3 miliardi e 576 milioni di euro (pari al 7,8% del PIL regionale), di cui il 59,5% è riconducibile ai profitti delle imprese che producono beni e servizi acquistati dai turisti in Liguria, il 37% al reddito dei residenti dipendenti delle imprese ed il 3,5% alle imposte indirette nette che percepisce lo Stato.
Nel dettaglio dei singoli comparti produttivi, emerge come il core business del turismo, ovvero i servizi di alloggio e ristorazione attivano il 32,6% del PIL regionale legato al turismo, le attività immobiliari (affitti e attività di intermediazione immobiliare) il 13,6%, il commercio il 12,9%, il trasporto e il magazzinaggio il 12,2%, le attività artistiche, di intrattenimento e divertimento il 6,2%.
Ma gli effetti delle spese dei turisti che visitano la Liguria si estendono anche al resto d’Italia: il PIL attivato nelle altre regioni (quelle da cui arrivano prodotti e servizi acquistati direttamente dai turisti o impiegati nella produzione dalle imprese liguri) è stimato in 2 miliardi e 805 milioni di euro, il 44% del PIL turistico attivato sull’intero territorio nazionale.
La produzione di beni e servizi che viene attivata dalla spesa turistica in Liguria nel corso del 2015 ha richiesto l’impiego di 110.000 unità di lavoro (ULA), di cui il 59,1% impiegate all’interno delle imprese liguri (65.000 ULA) che corrispondono al 10,5% delle unità di lavoro impiegate complessivamente dalle imprese attive nella regione, quota più elevata di quella del PIL turistico (7,8% del PIL regionale) a conferma della connotazione del turismo come un settore produttivo ad alta intensità di lavoro.
In conclusione, è possibile stimare gli “effetti moltiplicativi” che produce la spesa del turista-tipo che visita la Liguria, effetti che riguardano sia la regione stessa che le altre regioni italiane, per un impatto economico complessivo attivato sul territorio, sull’occupazione e sui redditi delle imprese e dei residenti di tutti i settori economici direttamente ed indirettamente coinvolti con il turismo.
In particolare, dunque, stimando che ogni turista spende in media 74 euro al giorno pro-capite (costo che comprende alloggio, ristorazione, shopping, spese per attività culturali e divertimenti e altre spese per sostenute sul luogo di vacanza ma anche spese di viaggio per la sola parte di viaggio realizzata nella regione) si calcola come:
- ogni presenza turistica in Liguria attivi 50 euro di PIL all’interno della regione e 39 euro nel resto d’Italia;
- per ogni 100 euro spesi dai turisti che soggiornano in Liguria si attiva un PIL pari a 67 euro all’interno della regione e 53 euro nel resto d’Italia;
- per ogni milione di spesa turistica sostenuta in Liguria si rendono necessarie 14 ULA nella regione e 8 nel resto d’Italia.
I dati dell’Osservatorio Turistico della Regione Liguria sul valore aggiunto generato dal turismo dimostrano inequivocabilmente che se si vuole uscir fuori dal tunnel dell’attuale situazione di crisi economico-produttiva esiste una possibilità concreta per farlo, investire prioritariamente nelle politiche per l’economia del turismo!
Continuare a considerare il lavoro nel turismo un ripiego da ultima “spiaggia” e il turismo stesso un problema di gestione del tempo libero è un errore strategico e di prospettiva che il tessuto socio-economico del nostro paese, che ormai da tempo attende segnali positivi di miglioramento, non merita e non può più permettersi!