
2017 da record per i musei italiani
Tag:Alberghi, Anno 2017, Beni culturali, Campania, Colosseo, Comunicazione turistica, Cultura, Dario Franceschini, Economia, Enti Locali, Enti Pubblici, Forte di Santa Tecla, Galleria Nazionale Palazzo Spinola, Genova, Impresa, Lavoro, Lazio, Liguria, Marketing, Marketing strategico, Marketing turistico, Mibact, Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Ministro Franceschini, Musei, Musei internazionali, Musei italiani, Museo Archeologico Nazionale, Museo Preistorico Balzi Rossi, Ortonovo, Palazzo Reale, Patrimonio artistico, Patrimonio culturale, Piemonte, Polo museale Ligure, Portovenere, Promozione integrata, Promozione turistica, Provincia di Savona, Roma, Sanremo, Savona, Serena Bertolucci, Sistema museale, Strutture ricettive, Toscana, Turismo, Unione Albergatori Provincia di Savona, Upa Savona, Ventimiglia, Villa Romana del Varignano, Visitatori“I dati definitivi del 2017 segnano il nuovo record per i musei italiani: superata la soglia dei 50 milioni di visitatori ed incassi che sfiorano i 200 milioni di euro, con un incremento rispetto al 2016 di circa 5 milioni di visitatori e di 20 milioni di euro”.
“Il bilancio della riforma dei musei – prosegue il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini – è davvero eccezionale: dai 38 milioni del 2013 ai 50 milioni del 2017, i visitatori sono aumentati in quattro anni di circa 12 milioni (+31%) e gli incassi di circa 70 milioni di euro (+53%). Risorse preziose che contribuiscono alla tutela del nostro patrimonio e che tornano regolarmente nelle casse dei musei attraverso un sistema che premia le migliori gestioni e garantisce le piccole realtà con un fondo di perequazione nazionale. I musei e i siti archeologici italiani stanno vivendo un momento di rinnovata vitalità e al successo dei visitatori e degli incassi corrisponde una nuova centralità nella vita culturale nazionale, un rafforzamento della ricerca e della produzione scientifica e un ritrovato legame con le scuole e con i territori”
“Per il quarto anno consecutivo – sottolinea Franceschini – l’Italia viaggia in controtendenza rispetto al resto d’Europa con tassi di crescita a due cifre, soprattutto nelle regioni del Mezzogiorno che, anche nel 2017, hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione del trend nazionale. La Campania è ormai stabile al secondo posto della classifica delle regioni più virtuose: la rinascita di Pompei è stata sicuramente da traino ma sono state molto positive anche le altre esperienze delle gestioni autonome dalla Reggia di Caserta, al Museo archeologico Nazionale di Napoli, a Capodimonte, a Paestum”
“Nel 2017 – conclude Franceschini – tutti i musei hanno registrato significativi tassi di crescita, ma il patrimonio archeologico è stato il più visitato: circa un terzo dei visitatori si sono concentrati tra Pompei, Paestum, Colosseo, Fori, Ostia Antica, Ercolano, l’Appia antica e i grandi musei nazionali come Napoli, Taranto, Venezia e Reggio Calabria e il Museo nazionale romano”.
Sul podio delle regioni con il maggior numero di visitatori il Lazio (23.047.225), la Campania (8.782.715), la Toscana (7.042.018); i tassi di crescita dei visitatori più elevati sono stati registrati in Liguria (+26%), Puglia (+19,5%) e Friuli Venezia Giulia (15,4%).
Per quanto riguarda la Liguria, si è passati dai 203.262 visitatori del 2016 ai 255.958 nel 2017.
A Genova si sono registrati gli aumenti più evidenti. Palazzo Reale si attesta tra i cinque posti della cultura nazionale più visitati in Italia, con un più 14% di visitatori.
Tra i luoghi tradizionalmente meno visitati, due liguri occupano il secondo ed il terzo posto per incremento percentuale: il Forte di Santa Tecla a Sanremo è passato dai 17.464 visitatori del 2016 ai 48.565 del 2017 (+178%), mentre la Villa Romana del Varignano a Porto Venere è passata dai 1.489 visitatori del 2016 ai 3.470 del 2017 (+133%).
Per la direttrice del Polo museale Ligure Serena Bertolucci, questo risultato “è dovuto a una serie di lavori importanti per i luoghi della cultura a Genova e in Liguria: per prima cosa li abbiamo resi visibili con un’azione di riconoscimento e affermazione di apertura alla città e alla regione. Abbiamo voluto far capire ai genovesi e ai liguri, ma anche a chi viene a vedere il museo che il patrimonio è il loro. Svecchiamo l’idea del museo che conserva, il museo restituisce quello che conserva”.